Istituto Femminile Antonietta Genna Spanò

Baglio Biesina

Il Cav. Benedetto Genna è stato l’ultimo discendente maschio dei Genna.
La Genna era una delle famiglie più ricche e nobili di Marsala. I Genna aumentarono i propri averi con l’acquisto di terreni che, dopo la venuta di Garibaldi in Sicilia, erano entrati a far parte del demanio del Regno d’Italia. I possedimenti dei Genna si estendevano per tutto il territorio marsalese comprendendo anche sul lato della Spagnola le saline che erano una delle molteplici attività svolte nel campo imprenditoriale.

Il Cav. Benedetto Genna, che dirigeva tutto il proprio patrimonio direttamente e tramite fidati collaboratori, era molto legato alla madre Antonietta. Il Cav. Genna volle infatti dedicare alla madre Antonietta un istituto cosi come si legge nel suo testamento redatto il 18 luglio 1950 a rogito del notaio Michele Tuccari di Roma. Questo istituto doveva avere per scopo “il ricovero, il mantenimento gratuito, l’educazione e l’istruzione religiosa, morale e civile delle giovanette, orfane di almeno uno dei genitori, le quali versino in condizioni materiali e morali che ne rendono pericolosa la permanenza nella loro famiglia dell’età dai sette anni in su per permanere fino ai venti anni, se prima non trovano una conveniente ed onesta sistemazione…..”.

Per la realizzazione del suo ambito progetto il cav. Benedetto Genna destinò una parte dei suoi per il costituendo istituto. L’esecutore testamentario fu nominato il Vescovo pro-tempore della Diocesi di Mazara del Vallo che dovette appunto dare esecuzione ai voleri del Genna. All’Istituto fu destinato il palazzo nobiliare di via Frisella, i poderi di Biesina e Mola di Marsala, e quello di Rampingallo di Salemi.

Entrando, sulla parte sinistra, ora completamente rifatta, si trovavano le stanze riservate alla servitù ed ai lavoratori agricoli che rimanevano per l’intera settimana all’interno del baglio per raggiungere poi la famiglia il sabato pomeriggio. Le stanze erano molto spoglie con il minimo indispensabile per vivere, ma rappresentavano un tutto comodo che non tutti si potevano permettere. Lavorare infatti in un famiglia come i Genna veniva in alcuni casi considerato un privilegio in quanto si veniva regolarmente pagati in denaro e viveri. Sul muro che era a fianco del portone vi sono delle piccole fessure (tuttora esistenti, che sembrano ricoveri di uccelli) che in realtà erano degli spioncini che servivano per vedere chi bussava nelle ore notturne.

Sul lato destro vi era una magazzino con una grande pentola che serviva per preparare il vino cotto. Da questo magazzino si accedeva e si accede al magazzino destinato alla lavorazione dell’uva nel periodo della vendemmia con le piaggiatrici che veniva azionate grazie ad un potente motore a scoppio del Deutz, unico all’epoca in tutto il territorio di Marsala.Seguivano poi i magazzini che con i tini in cemento e le botti in legno dove veniva fatto fermentare il mosto che poi diventava vino. Caratteristico era un piccolo magazzino sotterraneo, cui si accedeva tramite una ampia scala, destinato all’invecchiamento del vino che diventava poi il classico “Marsala”.

Il cortile sulla destra era chiuso dall’ambiente cucina non più esistente e da qui si poteva accedere al palazzo vero e proprio. Il piano terra era destinato alle stanze da pranzo e agli uffici. Al primo piano si accedeva tramite una bella e comoda scala. Da questa si entrava in un ingresso dove sul tetto vi era una cupoletta chiusa con il vetro che dava a tutto l’ambiente un notevole luminosità.
Il primo piano era caratterizzato da ampi saloni per ricevere gli ospiti e da numerose camere da letto e da bagni. I pavimenti (ne sono rimasti molto pochi) erano in ceramica (maiolica) molto bella e le stanze erano arredate con molto gusto.

All’interno del Palazzo vi era una piccola chiesetta dove veniva celebrata la messa quando i Genna vi andavano a risiedere. Accanto al Baglio ve ne era un altro di cui sono rimaste le mura perimetrali. Questo baglio presenta una piccola torretta dove si trova una lapide del 400.La costruzione veniva utilizzata come magazzino dove conservare i prodotti della terra (grano,olio, sulla, avena ecc). Nella parte esterna prima del portone (lato via Salemi) vi era un grande voliera, tuttora esistente, con vari tipi di uccelli soprattutto piccioni romani e pavoni. Dal lato opposto vi era invece un piccola pineta dove i familiari dei Genna andavano a prendere il fresco. Altra pinetina si trova sul lato interno (lato Ciavolo) con pini secolari.

Il baglio veniva utilizzato dalla famiglia Genna per poche settimane all’anno.
Il periodo di maggiore presenza era quello della vendemmia in quanto i mezzadri, i coloni e gli affittuari portavano al baglio l’uva che veniva poi divisa secondo le condizioni del tempo. Nel corso dell’anno il cav. Genna si recava a Biesina con la propria auto, una delle poche allora disponibili a Marsala. Il baglio, dopo la fondazione dell’Istituto, ha continuato a svolgere il ruolo di centro operativo dell’azienda agricola che si estende per circa 200 ettari.

Ultimo aggiornamento

14 Aprile 2023, 09:36