Il Museo
All’interno del Baglio è stato realizzato il museo etno-antropolgico della Civiltà Contadina. Il museo è diviso in cicli per dare modo ai più giovani di avere una visione del modo di vita e di lavoro degli antichi contadini.
Il primo ciclo è quello destinato alla casa. Qui è stata ricostruita la stanza da pranzo,la cucina con il “fuculare” e il forno. Vi è poi la camera da letto con una vecchia vasca da bagno e vari tipi di “cantari”. Nella cucina troviamo le pentole di creta anticamente utilizzate, i “bumbuli” per tenere l’acqua fresca, ma anche i “ maiddri” dove veniva riversata la pasta per mangiare e tanti altri strumenti ora non più esistenti.
VI è poi il ciclo del fabbro con il vecchio mantice e gli attrezzi da lavoro che servivano per costruire i ferri di cavalli, i chiodi. Vi è anche la pietra rotonda per affilare (molare) i coltelli. Altri attrezzi sono quelli del falegname “d’opera grossa” che costruiva i vari carretti e i vari attrezzi per lavorare la terra. Nella stessa stanza è stato ricostruito un pozzo con la “carrucola” ed i secchi (caddri) e i “bumboli”. Vi sono anche la macchina per filare e quella per dipanare la lana (cardature).
La terza stanza è dedicata alla pastorizia con la ricostruzione del “quararo” per fare la ricotta e tutti gli altri attrezzi come le “facceddre” dove mettere la ricotta o i formaggi. Vi sono vari campanacci e “ferlizze”, piccoli sgabelli dove sedersi. Nello stesso ambiente vi sono gli attrezzi (“armigi”) per preparare i cavalli per il lavoro dei campi.
La quarta stanza è dedicata alla lavorazione delle olive con la ricostruzione della vecchia macina con la ruota fatta girare dal cavallo. Vi è un torchio per “spremere” ancora meglio le olive. Vi sono poi i classici contenitori quali le giarre.
Un ampio ambiente è dedicato a tutti gli strumenti che venivano utilizzati per la lavorazione della terra. Vi sono diversi tipi di aratri in legno e ferro o solo in ferro,diversi “armigi” per i cavalli, la macchina per “cernere” il grano, i contenitori per il grano. Vi sono anche le “birrine” per fare il buco dove piantare le barbatelle, le pompe per lo zolfo. Vi è anche un classico carretto marsalese che poteva avere varie utilizzazioni e un “carruzzino” che veniva utilizzato per il passeggio delle famiglie più nobili.
L’ultima stanza è destinata al vino con botti pieno di vino vecchio, con sgrappolatricie vari piccoli attrezzi per lavorare prima l’uva e poi il vino. In questo ambiente è stato ricostruito anche una tinozza dove veniva portata l’uva appena vendemmiata per essere pigiata con i piedi e poi torchiata negli appositi torchi in legno e ferro. Il museo vuole essere uno strumento per far conoscere alle nuove generazioni il vecchio modo di vivere.
L’Ente proprietario del baglio ha presentato dei progetti per il recupero totale del Baglio che può essere considerato uno dei più belli di tutto il territorio marsalese.
Ultimo aggiornamento
14 Aprile 2023, 09:41